Storia e Territorio

È molto probabile che il toponimo derivi dal personale latino ALBANUS e che si tratti di un prediale senza suffisso.

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Descrizione

Piccola comunità di pianura, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole ha affiancato un modesto sviluppo turistico. Il territorio, percorso da uno dei principali fiumi della provincia, presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. Analogamente l’abitato, che si estende prevalentemente ai lati della provinciale, mostra un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Lo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è attraversato da una fascia azzurra. Vi si raffigura un leone dorato che sorregge, con le branche anteriori, un castello turrito, rosso, merlato alla guelfa. Sullo sfondo azzurro del capo spicca un decusse d’argento, accompagnato, nei cantoni, da quattro gigli d’oro.

La presenza del Parco Naturale Lame del Sesia costituisce un notevole richiamo per i visitatori. Al suo interno si trova la Riserva Naturale Speciale, istituita con lo scopo di proteggere gli uccelli, tra cui gli aironi, tipici della risaia; ospita una popolosa garzaia, dove nidificano ogni anno migliaia di coppie di nitticore, garzette e sgarze ciuffetto.

È molto probabile che il toponimo derivi dal personale latino ALBANUS e che si tratti di un prediale senza suffisso. Le prime attestazioni dell’attuale denominazione sono anteriori all’anno mille. Fu antico feudo della chiesa di Vercelli; i Biandrate ne ebbero il possesso fino al 1179, quando fu venduta al comune di Vercelli che a sua volta ne lasciò il dominio a importanti famiglie come gli Avogadro e i Tizzoni. Nel 1404, una volta che queste si furono sottomesse ad Amedeo VIII di Savoia, gli Avogadro vennero reinvestiti del feudo. Nel 1320 passò al cardinale Mercurino Arborio di Gattinara e nel 1579 ai Rovasenda. Tra le testimonianze storico-architettoniche va segnalato il castello, che si trova fuori dall’abitato e risale al XIV secolo: presenta merlature a coda di rondine, mentre opere murarie di sopraelevazione sono state aggiunte nel XV secolo. Forse si tratta di un antico abitato fortificato, in quanto le murature delle case circostanti presentano la struttura delle cellule tipiche dei ricetti della zona. Rimangono intatti il torrione d’ingresso, in buono stato di conservazione, a pianta quadrata con garitta cilindrica, e alcuni tratti delle cortine. Degno di nota è anche l’oratorio della Santissima Trinità, che raccoglie, nell’abside risalente al XII secolo, affreschi quattrocenteschi. Meritano una citazione, infine, anche la parrocchiale dell’Assunta, con la facciata di origine neoclassica, e l’oratorio di San Rocco, al cui interno sono presenti affreschi sei-settecenteschi.

Modalità di accesso:

Accessibile a piedi o su ruota tramite strada asfaltata

Indirizzo

Contatti

  • Email: albano.vercellese@ruparpiemonte.it

Pagina aggiornata il 23/09/2024